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Il volume, in un 'racconto' minuzioso, riporta la "prova d'orchestra" prima dell'esecuzione dell'opera. Si tratta di un'esperienza esemplificativa di una prassi consolidata tra le attività universitarie (oltre la didattica e la ricerca) consistente nella 'terza missione', ovvero il rapporto con il territorio tramite la collaborazione con le amministrazioni pubbliche per la realizzazione di progetti speciali, che richiedono competenze particolari e profonde. Il Conservatorio ha voluto affidare al dipartimento di Architettura il 'progetto' dell'ampliamento degli spazi didattico-musicali nel complesso scolastico abbandonato di via A. Saffi. A questa istanza il Dipartimento ha risposto con una consolidata esperienza sia sul tema degli spazi per la musica, sia per la particolare competenza nella redazione di linee guida a supporto dell'elaborazione di progetti la cui complessità debba essere controllata per i molteplici aspetti esigenziali e prestazionali. Su tale bagaglio culturale si è riconfigurato un gruppo di docenti che ha lavorato per circa due anni. La prima azione, per l'elaborazione delle proposte, è stata il confronto con le richieste del "conservatorio", con la "preesistenza" abbandonata (che poneva non pochi 'vincoli' ma, contemporaneamente, anche interessanti potenzialità in relazione alla sua collocazione in una zona strategica della città) e con la disponibilità del "comune di Pescara". La partecipazione del Comune di Pescara - proprietario del complesso - ha significato una richiesta di rigenerazione dell'area centrale e la valorizzazione del sistema per la cittadinanza; ma ha significato anche la verifica delle 'linee guida' elaborate dal gruppo di docenti. Il progetto, infatti, redatto dall'ufficio tecnico, è stato sviluppato proprio in base alla "guida", in una collaborazione proficua e stimolante. Nel perseguire l'obiettivo strettamente legato alle attività didattico-performative si è mirato, in particolare, a connotare il progetto della specifica attenzione alla sostenibilità, a livello ambientale (materiali e impianti a basso consumo energetico; sistemi bioclimatici), a livello economico (low-tech/high performance; gestione pubblico-privata di alcuni spazi) e a livello sociale (apertura alle associazioni musicali e alla cittadinanza con servizi - ristoro e bookshop - e hub musicale). L'esito del lavoro si è configurato con una proposta di "distretto musicale" che, sia pure con ridotte dimensioni, potrà produrre un consistente sviluppo culturale della comunità.